Il sindaco di Bruxelles e vicepresidente del partito socialista, Philippe Close, vuole avviare un dibattito nazionale sulla legalizzazione della cannabis. La capitale belga sta, oggi, vivendo un’impennata di incidenti armati tra narcotrafficanti.
L’idea alla base è di puntare sui benefici sociali della legalizzazione, per avviare un nuovo corso virtuoso nell’affrontare il problema degli stupefacenti che non sia più incentrato sulla sola repressione, come è avvenuto fino ad oggi.
Il sindaco di Bruxelles cita l’esempio dei Paesi Bassi, dove la cannabis è stata tollerata per decenni, così come l’esempio della Germania e del Lussemburgo, due paesi che discuteranno la questione in Parlamento.
Secondo lui, «nessuno vuole promuovere il consumo di droghe, ma il problema va gestito. L’errore di una società è quando vuole rendere invisibile un problema che tuttavia tocca molti strati di essa».
Philippe Close: «Nel partito socialista pensiamo che la cannabis debba essere legalizzata e anche la sua distribuzione organizzata come avviene in Canada e in diversi stati americani.
Criminalizzare tutto significa fare in modo che molti dei nostri giovani si avvicinino alle reti criminali. Un problema vissuto nel quotidiano da molte famiglie.
Inoltre sottrarre all’attenzione della polizia i reati relativi alla cannabis, consentirebbe a quest’ultima di allocare maggiori uomini e risorse nella lotta contro i grandi trafficanti.»
Philippe Close vorrebbe inserire la questione nell’agenda politica prima delle elezioni del 2024.
Nel frattempo i rappresentanti di Germania, Olanda, Lussemburgo e Malta hanno tenuto un incontro storico per discutere della legalizzazione della cannabis a livello europeo.
Fonte: ADUC
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